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La corsa degli euroscettici

Gli ultimi sondaggi parlano chiaro: se le elezioni politiche fossero un voto pro o contro l’Euro, il popolo italiano sarebbe schierato il 50% circa contro la moneta comune. L’indice di gradimento e i consensi per i partiti a favore dell’area Euro e dell’Unione Europea sono infatti in calo. Non è un segreto che i partiti filo europei siano in crisi.

«Il numerino 3, se danneggia il risparmio, le famiglie e il lavoro, per noi non esiste». Lo ha detto Matteo Salvini, criticando il limite del 3% del rapporto deficit/Pil imposto dall’Europa, su cui Silvio Berlusconi aveva invece rassicurato a Bruxelles i vertici del Ppe. «Abbiamo presentato il nostro programma al Ppe, la cosa importante è la nostra volontà di rispettare la regola del 3% del deficit», aveva detto Berlusconi dopo l’incontro con il segretario generale del Partito Popolare europeo.

Salvini ha però escluso rotture con il partito di Berlusconi. A chi gli chiedeva se le sue posizioni non fossero distanti da quelle dell’alleato su Ue e moneta unica, l’europarlamentare ha replicato: «Scripta manent, verba volant; al punto 3 del programma del centrodestra, accettato e firmato da tutti, c’è scritto meno vincoli dall’Europa, no a politiche di austerità, revisione dei trattati europei e prevalenza della Costituzione italiana sul diritto comunitario». E ha ribadito che la Lega è «disposta a tutto per difendere l’interesse nazionale. […] I vincoli europei sono una gabbia».

Anche il candidato premier del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio, vorrebbe slegare l’Italia dalla regola europea del tetto del 3% nel rapporto tra deficit e Pil.

Per Pierre Moscovici, il responsabile economico dell’Unione Europea, il voto italiano è uno dei «rischi politici» all’orizzonte in Europa. In particolare, a preoccupare il socialista Moscovici sono appunto le posizioni euroscettiche di Lega Nord e Movimento 5 Stelle, anche se l’ex ministro francese non ha mancato di sottolineare, con una punta di sarcasmo, il fatto che «con l’approssimarsi delle elezioni tutti i partiti rivedono il loro posizionamento rispetto all’Euro».

Meno Europa nel futuro dell’Italia? E nelle altre nazioni dell’area Euro?

In tutta Europa comunque si fa sempre più pressante la sfida lanciata contro l’Unione da parte dei vari partiti e movimenti euroscettici, come sottolinea il saggio Contro l’Europa. La sfida dei partiti euroscettici scritto da un gruppo di ricercatori di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Pavia, Laura Canale, Paolo Franzosi, Francesco Marone ed Eugenio Salvati.

Nella sua prefazione al volume, Giuseppe (Pippo) Civati, uno dei fondatori del PD, oggi segretario di Possibile, fornisce la sua risposta al quesito: c’è futuro per i partiti pro Europa?

«Ciò interroga soprattutto, a mio modo di vedere, il campo progressista: perché inevitabilmente l’ir-rompere di queste forze politiche arrembanti, dei movimenti politici euroscettici (e scettici più o meno nei confronti di tutto ciò che rappresenta la politica tradizionale e il mondo che ha contribuito a costrui-re), schiacciano le forze della sinistra di Governo verso le forze moderate. Si configura così, come è acca-duto anche in Italia, uno schema secondo il quale ci si divide tra forze che rappresentano il Governo (e il sistema) e forze che non si pongono il problema di governare, schierandosi dalla parte di tutti coloro che si dichiarano anti-sistema. Un vero problema e una questione politica che paradossalmente indebolisce proprio il pensiero critico e di cambiamento, perché distrae e confonde le spinte egualitarie che la sinistra dovrebbe saper rappresentare».

Di seguito, un estratto dall’introduzione al saggio, per approfondire il tema delle spinte euroscettiche in Italia e in Europa, sempre più intense dal 2014 ad oggi, in attesa dei risultati elettorali del 4 marzo, che esprimeranno con chiarezza se davvero il Paese intende “ballare da solo” sullo scacchiere internazionale.

Contro l’Europa. Introduzione

Il libro affronta uno tra i temi più caldi della politica contemporanea: la sfida che in tutta Europa partiti euroscettici di recente o meno recente formazione hanno lanciato contro l’Unione europea. In realtà, le forze in questione costituiscono un universo non omogeneo, né cristallino; ma un mondo variegato di partiti e movimenti, ognuno caratterizzato da proprie originalissime qualità. In alcuni casi diviene persino difficile ricondurre la loro critica a una posizione ge-nuinamente euroscettica, per non dire anti-europea. Il nostro lavoro è un tentativo di precisazione di questo universo. È altresì una proposta di chiarimento dei motivi di un successo, concretizzatosi alle elezioni del 25 maggio 2014, che da più parti è stato accolto, e acclamato, come un evento straordinario: la sfida ha dato inizio alla battaglia decisiva che l’Europa dovrà affrontare in questi anni tormentati. La posta in gioco è il suo futuro, la sua identità di protagonista politico della scena mondiale.

È proprio uno sguardo ampio sul nostro continente e sul mondo ad aprire il libro. Il primo capitolo investiga infatti le condizioni di fondo dell’emersione delle forze euroscettiche ed eurocritiche. Queste concernono, nello specifico, la debolezza della politica europea, la crisi dello stato nazionale e l’evoluzione dei modelli di partito. Ampio spazio è parimenti dedicato al riflesso dei medesimi elementi sul piano del linguaggio e della comunicazione politica, uno dei temi cruciali per la comprensione del succes-so dei partiti e dei leader delle democrazie del terzo millennio.

Il secondo capitolo si pone l’obiettivo di illustrare il funzionamento delle istituzioni comunitarie, in particolare del Parlamento Europeo, e analizzare come certe peculiarità istituzionali influenzino il tipo di competizione politica che abbiamo nell’Unione europea. Ed è proprio sulla forma di certi assetti politico istituzionali dell’UE che si struttura parte della critica anti-europea dei partiti euroscettici, insoddisfatti del funzionamento della democrazia nell’Unione e dell’effetto che essa ha sulle democrazie degli Stati membri.

Il terzo capitolo esamina l’avanzata degli stessi partiti: la tendenza confermata proprio dai risultati delle ultime elezioni europee. Il tema è diviso in quattro parti. La prima parte traccia una breve storia dell’euroscetticismo. La seconda parte ripercorre alcuni snodi fondamentali del dibattito scientifico su questo argomento. La terza parte valica i confini nazionali per presentare quelle che si possono chiamare due «storie di successo»: i casi del Front National (FN) in Francia e dello United Kingdom Independence Party (UKIP) nel Regno Unito, partiti che hanno ottenuto risultati trionfali nelle elezioni europee del 2014. La quarta parte ci riporta in Italia con alcune osservazioni conclusive sui più importanti partiti euroscettici del nostro Paese, il Movimento 5 Stelle e la Lega Nord.

Il quarto capitolo è dedicato all’oratoria politica di Beppe Grillo, e in particolare alle doti comunicative sfoggiate in occasione della campagna per le elezioni europee (il «VinciamoNoi Tour»). Il comico/politico genovese ha girato l’Italia con un camper, tenendo numerosi comizi in piazza, alla ricerca di un successo schiacciante, da utilizzare anche come leva per la contestazione della legittimità del governo italiano in carica; paventando la minaccia delle elezioni anticipate. Il risultato del Movimento 5 Stelle, seppur straordinario, è stato tuttavia assai inferiore a quello del Partito Democratico, che ha potuto contare sulle doti di un altro comunicatore di razza, il Presidente del Consiglio Matteo Renzi. Le invettive e il turpiloquio, in piazza e sul blog, la carica istrionica e una fisicità inconfondibile, fanno di Beppe Grillo un moderno rètore; e forti sono i richiami alle suggestioni della democrazia diretta dell’Atene classica. Egli si conferma così, tra luci e ombre, come uno dei protagonisti indiscussi della scena politica italiana ed europea.

Infine, il libro si chiude con un bilancio delle elezioni europee del 2014, attraverso la comparazione dei risultati conquistati dai partiti euroscettici in questa tornata elettorale con quelli ottenuti nelle elezioni del 2009. Dall’analisi dei dati emerge con nitidezza l’avanzata di questi soggetti politici, sia in termini di voti sia in termini di seggi conquistati al Parlamento europeo, prefigurando una dura e lunga battaglia.

Il libro si rivolge al grande pubblico. Oltre all’evidente snellezza, esso si presenta nelle vesti di un’agevole lettura: gli autori hanno voluto privilegiare una prosa diretta, ispirata a uno stile non accademico, al fine di semplificare, fin dove possibile, gli elementi complessi che compongono l’argomento oggetto di trattazione.

L. Canale, P. Franzosi, F. Marone, E. Salvati, Contro l’Europa, Edizioni Epoké, 2014, pp. 13-16.