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Legge sul libro. Questo sconto non s’ha da fare?

A fine giugno la Commissione Cultura della Camera, dopo mesi di incontri e discussioni, ha adottato il testo base di una legge sul libro (potete consultare il testo integrale a questo link), che prevede anche un abbassamento dal 15% al 5% del limite massimo di sconto applicabile, eccezion fatta per i testi adottati dalle scuole, per i quali resterebbe in vigore la soglia del 15%. Sul tema gli editori, i lettori, gli autori e i librai esprimono pareri differenti.

Abbiamo pensato di condividere qui le nostre impressioni sul Piano nazionale d’azione per la promozione della lettura (in attesa dell’approvazione da parte del Parlamento) per aprire un confronto sul tema libri&sconti.

Iniziamo con il commento di Edoardo Traverso, socio e Responsabile Produzione di Edizioni Epoké.

«La GDO, internet e i franchising delle grandi case hanno tolto l’ossigeno ai librai indipendenti. Questo fenomeno, che peraltro vale per numerosi settori commerciali, ha giustamente generato da anni un dibattito anche all’interno delle sedi legislative. Pochi giorni fa si è concretizzato con un decreto legge che, in poche parole, vieta a editori e distributori di applicare una scontistica maggiore al 5% (a parte in alcuni periodi dell’anno) per far sì che le super occasioni di Amazon e simili smettano di rendere non competitivi i librai indipendenti.

A mio giudizio si tratta di un provvedimento controtendenza e molto parziale. Non è danneggiando il mercato online e del franchising che si risolveranno i problemi dei piccoli librai, che agli occhi di molti sembrano ormai anacronistici come la bottega alimentare di quartiere. Soprattutto ho il timore che diminuendo la scontistica dei volumi si possa acuire il più grande problema dell’editoria: l’italiano medio legge pochissimo. Se il libro costa di più, probabilmente leggerà ancora meno. Spero tuttavia che sia solo il primo, piccolo, passo verso una riforma più ampia e ragionata che possa giovare al panorama editoriale».

«Secondo me, si tratta di una riforma cugina del “chiudiamo i negozi il sabato e la domenica” – aggiunge Stefano Lovelli, socio fondatore e Responsabile Amministrazione della nostra casa editrice. – Una proposta di legge fatta in modo miope per provare a ingraziarsi i librai indipendenti. Non ci vedo molto slancio innovativo per affrontare i veri problemi del mondo dell’editoria, problemi che richiederebbero interventi urgenti».

La questione sconti, sottolinea illibraio.it, divide le diverse categorie: da una parte Adei (Associazione degli editori indipendenti), Ali (Associazione Librai Italiani) e Sil (Sindacato Italiano Librai e Cartolibrai), che puntano a far sì che gli sconti siano consentiti fino a un tetto massimo del 5%, dall’altra l’Aie, che raccoglie la maggior parte degli editori, in cui è forte la preoccupazione, in un contesto non certo semplice per il mercato (crescono di anno in anno le vendite online, mentre scendono quelle della GDO), di un calo delle vendite conseguente alla limitazione degli sconti.

E voi, cari colleghi, librai, autori, appassionati lettori, cosa ne pensate della proposta di legge? Lasciate un vostro commento qui o scriveteci a [email protected]