Sei giorni
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Sei giorni
Titolo: Sei giorni
Autore: Carlo Ferrara
Collana: portfolio
Anno: 2015
ISBN: 978-88-98014-65-1
Prezzo: 26,00 €
Dalla prefazione di Marco Maroccolo
Carlo Ferrara ha raccolto in questo libro la composizione del suo progetto fotografico usando come palcoscenico il disfacimento dell’archeologia industriale, tema caro ad artisti del calibro di David Lynch e Bernd e Hill Becher. Nei suoi scatti però non troviamo senso di malinconia o desiderio di catalogazione, bensì un racconto. Racconto del quale lui è non solo il protagonista ma anche co-protagonista, perché in alcune immagini scorgiamo il suo doppio, non riflesso nello specchio di Joubert nel quale rivedere gli assenti, ma piuttosto in quello di Pessoa “che ci rimandi a noi come persone viste dal di fuori, perché non c’è specchio che ci tiri fuori da noi stessi.”
È da un’ordinaria quotidianità, dal precipizio della noia — colmo di abitudini delle quali spesso perdiamo consapevolezza — della quale Ferrara popola il suo primo giorno, che nasce la vitale necessità di sentirsi altrove e si apre la più coraggiosa di tutte le azioni: quella della partenza, gioia per colui che sa dare valore alla libertà. Giorno dopo giorno ci racconta di luoghi dell’attesa, tra immobilità e speranza, dove succedono incontri portatori di mistero; ci parla di vasti sentimenti concentrati, come il vizio, la disperazione di vivere e le agonie dell’incertezza. Ma anche di spiritualità, di fiducia nel futuro. Ma tutti questi sogni sono immagini composte sempre con un pizzico di ironia, forse proprio perché in Ferrara, come in tutti noi, il bambino comincia prima del suo inizio. Lasciamoci quindi trasportare nel racconto di questo viaggio nel mondo interiore dell’autore, perché è anche il nostro racconto, il nostro viaggio, il nostro mondo. Un mondo ricco di sogni verso i quali occorre camminare, altrimenti — come ricordava Romano Battaglia — perderemmo l’incanto della vita.
Carlo Ferrara
Nasco a Novi Ligure nel 1975, e papà Ennio mi riempie di scatti, che poi trasforma in diapo! Crescendo inizio a “rubargli” le macchine fotografiche e cerco di carpire insegnamenti, ma aimè la sua passione è andata scemando (forse anche per colpa del mio arrivo) e io mi perdo nella “bella gioventù” dove i sacrifici fotografici non si addicono a serate in discoteca e sonni interminabili.
Dopo 20 anni di buio fotografico, acquisto la mia prima reflex digitale (2007). Una Nikon D40X con la quale, stupidamente, penso di poter fare foto bellissime (come se fosse la macchina a fare le foto e non io). Inizio a postare le foto su internet senza gran riscontro, fino a quando, nel 2008 mi scrivono “non tutto ciò che imprime un sensore è fotografia”.
Non vi dico quanto ci sono rimasto male, però poi ho pensato: “ma vuoi vedere che hanno ragione”. Mi iscrivo così a un corso di fotografia (prima base poi avanzato), da fotografi che mi trasmettono la tecnica e mi fanno fare il passo mentale necessario a capire la differenza tra “ricordo” e “fotografia”. Ci metto anche del mio, consumando la D40x con migliaia di scatti in un annetto e leggendo libri e riviste di settore.
Oggi ho una Nikon D300, una Nikon D90 e un corredo completo, qualche riconoscimento nazionale e internazionale, sono Senior Critic del portale 1X, e ho fondato un circolo fotografico insieme a 4 amici chiamato Oltregiogofotografia.
Ho un adorabile bimbo di 4 anni chiamato Francesco e una bellissima moglie di nome Gessica; a entrambi non posso che dire grazie per il loro aiuto e la loro comprensione.
Vincitore del premio nazionale di arte contemporanea Basilio Cascella
Mostra personale presso il Museo Nazionale della fotografia di Brescia
Senior Critic del portale fotografico internazionale www.1X.com