Torte fatte di niente

Ricette per insegnare in carcere

Autrice: Michelle Usala
Anno:
2023
Pagine: 120

Architetto e insegnante di ruolo di tecnologia presso il Carcere di Bollate, Michelle Usala ci racconta nel suo diario di un anno di sfide. Quelle sfide che lei ama da sempre, soprattutto quelle personali, quelle che mettono in discussione le sue capacità, quelle che più di una volta la fanno uscire dalla zona di comfort, quelle che la mettono in relazione con altre persone. Ognuno di noi deve prendersi la responsabilità delle proprie azioni, nel bene e nel male, nel bello e nel brutto, nel comodo e nello scomodo. Per questo Michelle ha scelto due mestieri strettamente correlati a questo: insegnare preclude la responsabilità di ciò che si trasmette alle persone attraverso le parole, fare architettura significa lasciare un disegno indelebile (o quasi) da qualche parte e accettarne le conseguenze sulle persone. Responsabilità. È questo che Michelle vuole insegnare ai suoi alunni: è importante che le persone abbiano il coraggio di parlare, disegnare, scrivere prendendosene la responsabilità individuale, che forse, se ci dividessimo questo peso, non si dovrebbero più inventare nuove parole e leggi “a tutela di”.

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COD: (ISBN) 978-88-31327-67-1

14,00

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Dalla quarta di copertina:

Insegnare, e ancor più insegnare in carcere, resta il piano B migliore di tutti i piani A a cui io abbia mai pensato.
In galera le torte si possono fare con niente. Perché con “niente” si può far lezione, da “niente” si può ripartire e con “niente” si può sorridere.
Tramite questo personale diario quotidiano l’architetto Michelle Usala racconta la sua esperienza di docente nel carcere di Milano Bollate. Quasi tutti i suoi studenti si sono diplomati, hanno trasformato i loro sforzi in qualcosa di buono, qualcosa che potrà permettergli di farsi una torta (questa volta vera) fatta di amicizie, amore, cultura, un buon lavoro. Insomma, una torta con sopra scritto “futuro”.

Autore

Autore

Michelle Usala

Bio

Michela, o forse Michelle, è nata a Tortona il 17 novembre 1989. E no, non ha un disturbo della personalità: da piccola l’hanno sempre chiamata Michelle fino a che, all’età di tre anni, non ha scoperto di essere Michela (sì, il padre aveva registrato all’anagrafe il nome che più piaceva a lui).
Michelle è convinta che nella vita si possa essere chi si vuole. Michelle, anagrafe o meno, con tante passioni, tra cui quella per l’architettura, la pallavolo e il padel è oggi architetto e insegnante di ruolo di tecnologia presso il Carcere di Bollate.
Michelle non è particolarmente simpatica, è spesso prolissa e pesante e si sente inadeguata a tanti posti per causa di terzi. Tuttavia è proprio questo che la spinge a sgomitare con forza tra le folle e che le ha insegnato a non essere mai come loro. Terzi.