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Bullismo e disagio giovanile, fenomeno da comprendere

INTERVISTA A RACHELE ROBBA

Le cronache ci descrivono una realtà in cui il crescente fenomeno del disagio giovanile assume connotazioni sempre più preoccupanti. Tra le forme più evidenti del disagio c’è il bullismo. Se ne parla spesso, ma finora gli studi di questi due aspetti dell’universo giovanile raramente sono stati posti in correlazione tra loro.

Nelle scorse settimane la casa editrice Epoké ha però pubblicato Bullismo e disagio giovanile: un’indagine esplorativa nell’ambito del programma “Ricerche in circolo”, realizzato in collaborazione con l’Università degli Studi di Padova. Il libro (acquistabile qui) è infatti frutto di una ricerca realizzata da Rachele Robba che ha analizzato il crescente fenomeno del disagio sociale giovanile per comprendere quali forme assume. Una di queste è, appunto, il bullismo.

Rachele Robba, cos’è il bullismo? E come si può definire il disagio?

Il quadro è molto complesso. Tanto per cominciare non esiste una definizione universalmente accettata di disagio giovanile (a differenza di quanto accade con la devianza o con il disadattamento). Secondo alcune definizioni date in letteratura, il disagio è un «comportamento sociale quasi invisibile che si radica nella quotidianità», un «malessere sfuggente e indefinito».

Invece sul bullismo le idee sono più chiare?

Sì, per lo meno in ambito scientifico.

In che senso?

Il bullismo è una forma di disagio giovanile, che però da ciascuna vittima viene interpretato in maniera differente. Per la mia ricerca ho realizzato alcune interviste e dalle risposte pare quasi che esista un bullismo “vero” e un bullismo “altro”, come se non fosse abbastanza importante da qualificarlo come tale.

Che tipo di interviste sono state realizzate?

Nella mia ricerca ha deciso di sfruttare i metodi misti (mixed methods), utilizzando tecniche quantitative e qualitative. Dapprima ho curato alcune analisi statistiche, che poi sono state abbinate a interviste semistrutturate a soggetti tra i 18 e i 25 anni.

In quale ambito ci si muove per studiare il fenomeno del disagio giovanile?

È fondamentale per prima cosa approfondire le relazioni degli adolescenti con il “gruppo dei pari”: sono per lo più coetanei, come nel caso dei compagni di classe, ma anche giovani di età differente, come nel caso delle squadre sportive. È in questi gruppi che possono emergere dinamiche di disagio o di bullismo. L’argomento merita sicuramente ulteriori approfondimenti, anche in ragione dei crescenti interrogativi su questo fenomeno. Non a caso nel libro parlo di «indagine esplorativa»: è un campo ancora poco conosciuto delle scienze sociologiche.

II disagio è un comportamento sociale quasi invisibile che si radica nella quotidianità, un malessere sfuggente e indefinito


L’autrice

Rachele Robba, 25 anni, è originaria di Cairo Montenotte (Savona). Si è laureata in Scienze Sociologiche presso l’Università degli Studi di Padova. Ha frequentato, sempre all’Università di Padova, il master in Criminologia Critica e Sicurezza Sociale con una tesi sui crimini ambientali e in particolare sullo smaltimento illecito di rifiuti. In contemporanea ha frequentato il corso di Manager della Sostenibilità e dell’Innovazione Tecnologica a Venezia Mestre per la valutazione preliminare e l’ottenimento di incentivi per interventi di efficientamento energetico per le aziende. Attualmente sta lavorando in Veneto come consulente energetica, seguendo la quantificazione, il monitoraggio e il contenimento degli impatti ambientali, valutati secondo gli standard internazionali.