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«Che differenza c’è tra libertà e rivoluzione?» F. Del Mar

Le cinque domande del Salone Internazionale del Libro di Torino hanno incuriosito anche la giovane scrittrice Francesca Del Mar, che ha da poco pubblicato il volume Song of moUrning, collana portfolio, realizzato insieme alla fotografa Arianna Lanzuisi. È un racconto di immagini e parole (testi in inglese e italiano) che affronta e sviluppa il tema della perdita, un canto del lutto appunto.

Song of moUrning è la prima opera di The Songs Project, che potete seguire su Facebook alla pagina @TheSongsProject, un progetto di più ampio respiro ideato da Lanzuisi e Del Mar, che vi raccontano storie autoconclusive, esplorando punti di vista, personaggi e strutture narrative sempre differenti e intense.

Eccovi le intense risposte di Francesca Del Mar alle cinque domande targate Salone del Libro e la foto che rappresenta l’idea di futuro della scrittrice.

1. Chi voglio essere?

Voglio essere:
una persona felice;
Una donna nuova e diversa,
ma che come tutti quegli uomini
muove le cose e le opinioni e i desideri,
solo con più grazia e cura e giustizia;
immortale,
ma solo se lo sono anche i miei;
un essere umano libero;
un grande artista,
un pezzo di qualcosa incastrato nel tempo che risuona,
che sta nei libri di scuola,
che sta negli instagram degli altri,
che sta nelle storie degli altri,
e in quelle che scrivo io
tutta sparpagliata e a pezzettini;
una madre
per poter rivedere
mia madre, bambina;
un momento di quando avevo sedici anni
ché anche quello si è incastrato;
un momento di due giorni fa,
con la colazione già tavola e il giardino pieno di fiori
così felice e pieno;
una pietra splendente,
su quella cupola che hanno fatto i saraceni
o i normanni
o San Vito,
non ricordo;
una che esce e va a ballare,
e sente che quel battito ripetitivo della cassa,
quello e solo quello
conta davvero e davvero fa
la magia
di spaccare i corpi e mischiare le molecole
di andare su fino a Dio.

2. Perché mi serve un nemico?

Perché perfino chi ha inventato/immaginato/creato/sentito per la prima volta Javeh, ha poi inventato/immaginato/creato/sentito anche l’Avversario.

3. A chi appartiene il mondo?

Alla specie più invasiva del pianeta; a noi tutti, qui e adesso; ma soprattutto a quelli tra i popoli
cui è toccato in sorte di vincere. Però vincitori e vinti non sono diversi quando si scambiano di posto, ricomincia tutto uguale. Solo un po’ meglio, solo un po’ peggio.
E allora i vincitori, anche se hanno i mezzi, lo sanno, e hanno paura di essere giusti. Solo chi non è nato in mezzo a una guerra, e non è sedato dall’agio o dal disagio, può essere incosciente abbastanza e fare qualcosa di rivoluzionario veramente come amare, o dare. Chi, infatti, avendo avuto esperienza, o avendo per qualche ragione contezza profonda dell’animo umano, potrebbe davvero pensare che la storia sia un cammino evolutivo verso il bene?

4. Dove mi portano spiritualità e scienza?

Andavo a scuola quando l’insegnante di letteratura mi parlò per la prima volta, durante una lezione, del concetto di scienza esatta. Non ricordo con chiarezza cosa disse, ma il pensiero che ne deriva in merito – e che ora non so più quanto fosse suo e quanto l’abbia ragionato da sola negli anni – fa più o meno così: la scienza non è esatta proprio perché scienza; deve travalicare i suoi limiti continuamente e continuamente smentirsi e mettersi in discussione. Deve farlo congli strumenti che mano a mano conquista, come gli utensili degli uomini primitivi che poi sono diventati gli scalpelli degli scultori greci, i compassi dei matematici e poi, in definitiva, le app di iPhone. Deve cioè farlo con metodo, con razionale e certo anche con audacia, temerarietà, visione, follia. Se non lo facesse non sarebbe scienza ma religione. Dolce, rassicurante, terribile, pericolosa religione. Ma queste due entità che così tanto pesano e hanno pesato sulla storia dell’umanità e sul pensiero, che minacciano, manovrano e danno speranza alle folle, io credo, non sono distanti come sembrano. Scienza e religione danno forma alla nostra esigenza di scoprire, dare un significato a ciò che abbiamo intorno, comprenderlo per poi poterlo modellare a nostro piacimento. E in effetti, non riesco a trovare nulla di più mistico di: un milione di piccole cellule che si attivano contemporaneamente per produrre il miracolo della fotosintesi clorofilliana; un braccio meccanico che, composto da elementi inanimati, mima la vita e forse performa operazioni di chirurgia plastica meglio di chi lo ha progettato; uno schermo che in un istante mostra l’altro lato del mondo, la vita di uno sconosciuto, il volto dell’amato all’amato; la matematica e spontanea perfezione dei broccoli.

5. Che cosa voglio dall’arte: libertà o rivoluzione?

Che differenza c’è tra libertà e rivoluzione?

Francesca Del Mar e Arianna Lanzuisi saranno con noi sabato 12 maggio al Salone del Libro di Torino per incontrare i lettori e firmare le copie di Song of moUrning! Vi aspettiamo al Lingotto Fiere, Padiglione 2, Stand H05-G06.