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«Voglio essere una persona in ascolto» M. Rocchetta

Oggi è la Giornata mondiale del libro! Quindi… diamo voce agli scrittori! Oggi vogliamo condividere le risposte alle cinque domande del Salone Internazionale del Libro 2018 di Michele Rocchetta, scrittore, che ha pubblicato con noi il romanzo L’ombra del Duce (collana Narrativa), che ci trasporta negli anni ’50, in un’Europa immaginaria che non ha vissuto le atrocità della Seconda guerra mondiale, ma è popolata da spie che cercano di rintracciare Benito Mussolini, ancora latitante, mentre Hitler è stato ucciso nel ’44 durante l’Operazione Valchiria.

Eccovi dunque le riflessioni e la foto che rappresenta l’idea di futuro di Michele Rocchetta, esperto di indagini statistiche e autore di numerosi racconti di narrativa; la sua esperienza più bella è quella di veder crescere il proprio figlio.

  1. Chi voglio essere?
    Un individuo consapevole, che ragiona con la propria testa e sulla base di informazioni ponderate. Un promotore di cultura e un valorizzatore di idee. Difendere il valore dell’individuo e diffondere quello del dialogo. Un demolitore di muri e reticolati, una persona in ascolto.
  2. Perché mi serve un nemico?
    Ci occorre un nemico per dare ad altri le colpe. Sentiamo l’infantile bisogno di scaricarci dalle responsabilità e trovare dei colpevoli, dei capri espiatori. È molto umano e comprensibile, ma non è accettabile. Quello che dobbiamo fare è lavorare su noi stessi per crescere, soprattutto chi ricopre ruoli di responsabilità collettiva.
  3. A chi appartiene il mondo?
    A tutti e a nessuno. La terra, come pianeta e come superficie che lo ricopre, è un supporto per le esistenze umane. Siamo tutti migranti, fin dagli albori, fino da quando alcune centinaia di nostri progenitori hanno abbandonato l’Africa per colonizzare gli altri continenti (che non erano mica spopolati). È nella natura umano spostarsi, viaggiare, cercare nuove opportunità in altri luoghi. Quindi identificare una “terra mia” e una “terra di altri” non ha senso. Un luogo altrui potrebbe diventare la nostra nuova casa, un domani. Occorre rispetto.
  4. Dove mi portano spiritualità e scienza?
    Il cambiamento fa parte della natura dell’uomo. Oso dire che il cambiamento fa parte della vita: nella stasi c’è la morte. Spiritualità e scienza sono agenti di cambiamento finché non si mettono al servizio o in difesa di interessi ideologici materiali. Religioni/filosofie e scienze sono ottimi propulsori del progresso umano, a patto che mantengano aperta la porta del dialogo e non vedano il cambiamento come un male.
  5. Che cosa voglio dall’arte: libertà o rivoluzione?
    L’arte deve essere lasciata libera di rivoluzionare i canoni. Di sovvertire le norme, nel proprio ambito. Voglio che gli artisti sperimentino e creino, in libertà. Libertà loro di fare e libertà altrui di apprezzare o meno, senza pregiudizio. L’arte è strumento dell’uomo per veicolare concetti ed emozioni ai propri simili. A volte riesce, a volte no. Certo, un mondo senza arte o con l’arte impastoiata sarebbe un mondo ben triste e grigio.

Vi aspettiamo dal 10 al 14 maggio al Salone del Libro di Torino, con tutte le nostre collane di narrativa, saggistica, arte, narrativa per bambini: Lingotto Fiere, Padiglione 2, stand H05 – G06.