Parola di lettore. L’ombra del Duce
Un eccellente romanzo di storia alternativa con tutto il necessario per convincere un ampio spettro di lettori
di Manuel Finelli
Il romanzo L’ ombra del Duce di Michele Rocchetta è un’affascinante spy story, che si svolge negli anni ’50 di un’Europa che è la nostra, ma al contempo differente. Nel pieno della Seconda guerra mondiale, infatti, una serie di eventi ne ha modificato il corso a noi noto, costituendo una storia che non è vera come quella che conosciamo, ma che avrebbe benissimo potuto esserlo.
Più avventura che congettura, grazie a un ritmo incalzante acquisisce vigore man mano che intorno alla struttura centrale si susseguono episodi concatenati in modo sapiente. Un avvicendarsi di azioni che, mentre avvincono il lettore, lo aiutano a calarsi in una versione alternativa della realtà. È questo il bello dei romanzi ucronici in cui (solo quando così solidi e coerenti sul piano della narrazione) chi conosce come si siano svolti i fatti si diverte a mettere in questione ciò che è stato veramente con quanto viene narrato, mentre chi sa poco o niente di quanto c’è sui libri viene spinto ad andarsi a cercare cosa invece sia accaduto.
Sul piano narrativo, tra i punti di forza spiccano i personaggi, che sono tanti, molto diversi tra loro e tutti ben delineati. C’è il partigiano sanguigno e idealista, buono ma spietato, il quale non si dà per vinto, ma neanche per vincitore. C’è la dark lady che è misteriosa senza diventare macchietta, sensuale senza essere volgare, e mai banale nelle modalità con cui interagisce. C’è l’agente segreto che è brillante e diverte, ma anche profondo e fa riflettere: una spalla ideale. Ci sono Mussolini, Mitterand, Kennedy, Kissinger e tanti altri ritratti a tinte forti di una galleria assortita. E poi c’è Alberto, il protagonista dalla personalità tutta etica e contraddizioni. Impegnato nell’indefessa ricerca di fascisti latitanti, quando li trova li consegna alla giustizia della Repubblica dell’Alta Italia, ma non sempre ci arrivano vivi. Alberto è il migliore nel suo mestiere, ma questo non lo mette al riparo da dubbi laceranti sul come vadano le cose.
Nell’insieme, conquistando con una vicenda affascinante e personaggi verissimi, Rocchetta ci racconta il suo come avrebbe potuto essere con un rigore tecnico pregevole e un’invidiabile minuzia nelle descrizioni di luoghi e situazioni. Senza mai cader nel didascalico, l’autore ci dice come sarebbe stato il nostro mondo e quali ruoli avrebbero potuto svolgere alcuni degli stessi potenti che hanno invece plasmato la nostra realtà in ben altro senso. Soprattutto è un’opera che, riportandoci alla nostra contemporaneità, ci svela cosa sarebbe potuta diventare l’Italia se la questione fascismo (ora più che mai attuale) fosse stata portata fino in fondo e in qualche modo risolta. Una volta per tutte, forse.