SalTo2019. Altro giro, altre opinioni a confronto
Prosegue la discusssione nata intorno al “caso” di AltaForte al Salone Internazionale del Libro di Torino, XXXII edizione.
«Siamo passati in cinque, sei giorni da un problema di contrattualistica privata a un problema di politica. La questione dal punto di vista simbolico si era fatta talmente grande che è anche giusto che sia passata al livello politico e quindi il presidente Chiamparino e la sindaca Appendino hanno preso una decisione politica. E per come si erano messe le cose è la decisione migliore»: questa la dichiarazione di Nicola Lagioia (direttore editoriale del Salone) al suo arrivo giovedì mattina al Lingotto per l’inaugurazione della fiera, mai come quest’anno preceduta da polemiche tanto virali.
Poco prima della notizia dell’esclusione (a poche ore dal fischio d’inizio) della casa editrice di estrema destra, abbiamo chiesto ai nostri autori di commentare la vicenda, per ragionare insieme intorno a questi spunti:
Cosa ne pensi della polemica e delle diverse posizioni? Tu parteciperai al Salone quest’anno? Come dovremmo comportarci noi editori? E gli intellettuali invitati a intervenire alla manifestazione? La libertà di opinione è sempre valida? È corretto lasciare spazio anche a chi pubblicamente difende il fascismo? La democrazia è anche questo? Cosa lascia la discussione al mondo dell’editoria e, in generale, della cultura?
Oggi riportiamo le opinioni di Maria Angela Damilano, Michele Rocchetta e Claudio Dellacà.
Maria Angela Damilano
Insegnante di Lettere da poco “in congedo” meritato, appassionata di storia locale e teatro, Maria Angela Damilano ha all’attivo tre pubblicazioni nella nostra collana Chilometrozero dedicata al territorio: 1926. Attentato al Duce (2015), Sante Pollastro e le storie del Borgo (2017), 12 luglio 1520. Una cupa storia di streghe (2019) II edizione ampliata.
La questione è molto problematica. Ci ho pensato parecchio e trovo sbagliato che l’unico paletto posto dagli organizzatori sia quello di aver riportato condanne penali. A parte il fatto che, stando alla nostra Costituzione chi si dichiara fascista dovrebbe incorrere in sanzioni penali perché il fascismo è fuori legge, non si tratta di semplice libertà di opinioni personali, un minimo di codice deontologico un Salone come quello del libro dovrebbe averlo. Certi contenuti non sono contenuti accettabili, quindi fuori.
Boicottare dal dentro, come sostenevano molti [prima dell’esclusione della casa editrice in questione, NdR], tra cui la Murgia, lo trovo una presa di posizione moscia che non produce nulla di significativo, credo.
Rinunciare a presenziare, invece, se fosse fatto in modo massiccio, soprattutto dai visitatori, produrrebbe un effetto diverso che forse porterebbe gli organizzatori a ripensare ai criteri di partecipazione.
È arrivato il momento di scelte molto marcate, perché, come dice ZeroCalcare, ogni giorno l’asticella si sposta di più verso il basso.
Michele Rocchetta
Appassionato di storia militare e fantascienza, esperto di indagini statistiche, sociali e di mercato, scrittore, Michele Rocchetta ha pubblicato con noi nel 2016 il romanzo L’ombra del Duce, collana Narrativa.
Questiona difficile, che non è possibile sviscerare senza semplificazioni.
Ma, forse, semplificare, in qualche caso può essere utile. Quindi, ecco il mio pensiero.
Premetto che ritengo che a decidere cosa sia apologia del fascismo e cosa no, dovrebbe essere la magistratura, libera e indipendente, anche se molte volte è lampante a chiunque quale sia la realtà, e quindi dovrebbe essere la magistratura a intervenire per impedire manifestazioni apologetiche del fascismo.
A questo punto [prima dell’esclusione di AltaForte dalla manifestazione, NdR], qual è il mio sentimento, come autore? Sono dell’idea che ritirarsi sull’Aventino non porti mai a buoni risultati. Un avversario più pragmatico, se ne frega, nell’indifferenza generale, e occupa il territorio. Banalizzando, come per una strategia militare, vince chi occupa i caposaldi e i punti strategici. Se si lasciano al “nemico”, si perde.
Perciò ritengo che i democratici dovrebbero partecipare, attivamente, denunciando il fascismo strisciante e, eventualmente, mettendo in pratica azioni di “disturbo”. Bella l’idea della Murgia.
Per esempio e per assurdo, riempire in modo permanente lo stand di Altaforte di persone che occupino lo spazio, in modo da impedire ad altri di entrare. Forse è una baggianata e forse no.
Già leggendo il romanzo che ho scritto, si intuisce quale sia il mio pensiero sui fascismi, ma per chiudere, affermo che il fascismo, come ideologia, non è, a mio parere, un’opinione; quindi la sua “difesa” non è argomento di discussione. Del fascismo e dei fascismi di può e si deve parlare, nel fare studi storici, ma come ideologia e atteggiamento politico non è accettabile.
Torna di grande attualità il paradosso di Popper. Non si può essere tolleranti con l’intolleranza.
Claudio Dellacà
Operaio per oltre trentacinque anni in una fabbrica siderurgica, ora in pensione, Claudio Dellacà ha pubblicato nella nostra collana Tempi Modesti il racconto lungo Discromatopsia (2017).
Premesso che dichiararsi fascista non è esprimere un’opinione, ma commettere un reato; premesso che che, essendo nato dieci anni dopo la fine del fascismo, sento forse più di altri il pericolo che rigurgiti di follia possano ancora essere presenti; premesso che se avessi avuto lo stand vicino a loro probabilmente avrei disertato; premesso tutto ciò, penso che boicottare il Salone del libro non sia la scelta giusta.
La manifestazione deve continuare [commento scritto prima dell’esclusione della casa editrice fascista, NdR]: è assurdo bloccare un evento di tale portata per colpa di qualcuno che non ha saputo, o voluto, discernere tra il lecito e il non opportuno. Comunque qualche “Bella ciao” nelle vicinanze lo intonerei, tanto per far capire che Torino è e resta medaglia d’Oro della Resistenza. Personalmente non posso quest’anno essere presente per motivi familiari (mamma di novantaquattro anni con qualche problema di salute) e me ne dispiace.
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Al Salone trovate una selezione dei nostri volumi allo stand collettivo R03-Q04, Editori del Piemonte – ProntoLibri, padiglione 3.
Lunedì 13 dalle ore 15.45 lo spazio ospiterà anche le presentazioni di due nuovissime uscite: il romanzo Io ci vengo, però non mi affeziono a nessuno di Mario Andrea Morbelli #themorbelli e la raccolta di interviste inedite Fausto e Costante (sui Campionissimi Coppi e Girardengo) del giornalista sportivo Luca Lovelli. Ci vediamo lunedì al Lingotto!