Il bacio del demonio – Il gelo e il sorriso
Ecco un breve estratto dal romanzo Il bacio del demonio di Andrea Pasquini!
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Il gelo e il sorriso
La prima volta che arrivai in Moldova era pieno inverno. Il freddo era qualcosa di diverso da tutto quello che avessi mai provato. Non era solo una questione di temperatura, ma di resistenza. L’aria sembrava solida, tagliente, e camminare per le strade ghiacciate significava fare attenzione a ogni passo. Le dita nei guanti si indurivano come stalattiti. I piedi, nei doposci, sembravano inchiodati alla terra. Marco ed io, con tutta la nostra presunzione italiana e l’entusiasmo dell’inizio, ci piegammo presto alla realtà: uscire la sera era una sfida, mangiare in ristorante diventava l’unico diversivo prima di rintanarci di nuovo in albergo.
Eppure, Petru no. Lui sembrava parte di quel paesaggio. Con un semplice giaccone imbottito affrontava quel gelo come se fosse una lieve brezza. Ci accolse all’aeroporto con un sorriso smagliante e un’aria di chi si muove sempre nel proprio regno, anche quando regna il ghiaccio. «Amici italiani, benvenuti a casa mia!», ci disse, mentre il suo fiato si condensava nell’aria e noi tremavamo come foglie.
In quei giorni, con il volto tagliato dal vento, iniziammo a capire dove ci trovavamo davvero. La Moldova non era solo un nuovo mercato da esplorare. Era una realtà complessa, stratificata, piena di contrasti e di codici non scritti. Il gelo esterno sembrava riflettere un certo gelo interno: nelle istituzioni, nelle persone, nei rapporti. Ma bastava una crepa, un’occasione, perché qualcosa si sciogliesse. Era lì che dovevamo imparare a muoverci, ad ascoltare, a decidere di chi fidarci.