fbpx

La strada

Ecco il primo capitolo della raccolta di racconti Disco fantasia di Luca Rozza Bestetti!

Puoi sostenere questo progetto fino a mercoledì 7 settembre!
Inserisci il prodotto nel carrello e completa l’ordine come per un normale acquisto. L’importo del libro verrà addebitato soltanto alla fine della campagna se sarà raggiunto l’obiettivo di copie per la pubblicazione.

Sostieni il progetto


La strada (Say Something – Justin Timberlake)

Ormai era tarda mattinata, risveglio in hangover con mal di testa e stomaco rovesciato erano rimasugli della sera prima. Impensabile che anche in un Motel da quattro soldi ad Ash Fork Arizona, con l’insegna mezza penzolante e che non vedeva una ristrutturazione da un bel po’, si sarebbe potuta fare una serata memorabile…
Certamente non è ciò che pensò Tony nel primo pomeriggio del giorno prima mentre parcheggiava la sua Ford Mustang Cabrio nera di fronte alla reception. Con la coda dell’occhio aveva dato uno sguardo al parcheggio del Motel vedendo un pick up fermo davanti ad una delle stanze. Ma l’unico pensiero che gli venne in mente fu che avrebbe trovato posto facilmente per poter riposare un po’ prima di riprendere il viaggio verso Las Vegas l’indomani mattina.
Prese possesso della camera, che non era certo quella di un Four Season. La moquette macchiata, la tapezzeria color beige a righe verticali marroni un po’ strappata negli angoli, un materasso che, una volta sdraiato, faceva subito effetto amaca, la classica Bibbia sgualcita nel cassetto del comodino gli regalarono comunque un senso di confortevole tranquillità. Dopo aver fumato una sigaretta sdraiato sul letto facendo zapping tra i pochi canali TV, si soffermò su un predicatore che, portando la sua versione della parola del Signore, incassava dollari che nemmeno il Caesar Palace di Las Vegas riusciva a fare nello stesso lasso di tempo. Dopo una decina di minuti, complice la stanchezza, si addormentò con la TV accesa.
Dopo un paio d’ore si svegliò a causa di alcuni rumori provenienti dal parcheggio del Motel. Con la velocità di un bradipo stanco si alzò per controllare che nessuno stesse trafficando sulla sua Mustang ed intravide un paio di gambe di donna spuntare da sotto la portiera aperta del pick up parcheggiato due stanze più in là. Non ci prestò molta attenzione e decise di buttarsi sotto la doccia per riprendersi e per meditare su cosa fare la sera. I suoi pensieri erano soprattutto rivolti alla strategia da adottare al tavolo dei mondiali di poker che si sarebbero svolti qualche giorno dopo a Las Vegas, la ragione del suo viaggio. La doccia era poco più di un rigagnolo, la temperatura oscillava tra la lava ed il ghiaccio appena sciolto senza alcuna possibilità di una ristoratrice via di mezzo, non benissimo come ripiglio.
Avvolto in un asciugamano a girovita si accese un’altra sigaretta e si sdraiò sul letto cercando invano un canale di musica sulla TV del Motel.
Nel frattempo Erika e Megan stavano cercando di dare una ripulita all’abitacolo del loro pick up poco distante dalla macchina di Tony. Era pieno di lattine di birra vuote (molte), bottiglie d’acqua (poche), sacchetti di snacks più o meno vuoti, mozziconi di sigarette avvolti nella carta perchè non si buttano mai fuori dal finestrino. Mentre l’autoriadio alternava musica soul e country, le ragazze se la ridevano divertite anche da questa noiosa incombenza. D’altra parte era il primo viaggio per entrambe dopo un periodo molto intenso e difficile e non potevano ancora crederci di stare insieme per qualche giorno dedicato al relax assoluto e al paesaggio del deserto dell’Arizona. Le operazioni di pulizia durarono molto di più del previsto perchè le lattine e le bottigilie di plastica vuote, prima di finire nel sacchetto della spazzatura, rimbalzavano da una ragazza all’altra così, giusto per scherzo. Inoltre le due si dilettavano anche a ballare sulle canzoni trasmesse dalla radio, perchè ogni momento è buono per fare festa quando c’è l’umore giusto.
Nel frattempo Tony si vestì e decise di uscire per vedere il casino che stava succedendo nel parcheggio, per assicurarsi una volta di più che la sua Mustang fosse rimasta intonsa, un po’ perchè richiamato dalle voci femminili. Aperta la porta della sua camera, si appoggiò alla portiera della sua macchina, si infilò l’ennesima sigaretta in bocca, gli occhiali da sole per coprire la direzione del suo sguardo e con le mani nelle tasche dei suoi bermuda si mise a guardare divertito le due ragazze ballare e ripulire la macchina. Dopo qualche minuto una lattina di birra vuota, lanciata con troppa veemenza da una delle due, finì a pochi centimetri dalle sue sneakers. La raccolse, raggiunse in pochi passi il fuoristrada delle due ragazze e disse: “Mi sa che avete perso questa!”. Le ragazze non risposero perchè il volume dello stereo era un bel po’ più alto del consentito e perchè entrambe erano piegate dentro l’abitacolo cercando di raccogliere gli ultimi rifiuti rimasti. Tony a quel punto picchiettò la lattina sul polpaccio di Erika che trasalì e alzando la testa di scatto la picchiò contro la base del volante, il che fece spaventare Tony e ridere molto la sua amica Megan una volta accortasi dell’accaduto.
“Scusa non volevo spaventarti!” disse Tony ad Erika che si massaggiava la testa con uno sguardo tra l’infastidito e il curioso nei confronti di questo ragazzo con una lattina di birra vuota in una mano. “No figurati, però mi sono fatta male per colpa tua…ora bisogna che tu ti faccia perdonare” rispose lei con un sorriso appena accennato. Megan la guardava sbalordita dall’altro lato della macchina, tanta intraprendenza non era certo nelle corde della sua amica. Anche Tony rimase un po’ spiazzato dalla risposta e non riuscì a pronunciare nient’altro che un tentennante “Ma certo!”.
Erika si girò quindi verso l’interno dell’abitacolo del pick-up, prese il sacco della spazzattura appoggiato sul sedile del guidatore e lo lanciò verso Tony esclamando “Bene, allora aiutaci a pulire la macchina” ridendo e ammiccando al ragazzo con un occhiolino. Tony raccolse il sacco da terra, si avvicinò alla macchina ma, non trovando spazio all’interno del mezzo, rimase di fronte alla portiera con il sacco aperto in mano, che le ragazze riempivano con i rifiuti accumulati durante i giorni di viaggio precedenti. Nel frattempo approfittarono anche per le presentazioni di rito.
Dopo circa una mezz’ora la macchina era tornata ad essere vivibile, le ragazze guardarono Tony e gli dissero all’unisono “Ora puoi anche andare buttare il sacco nel bidone, grazie!” scoppiando in una fragorosa risata. Tony, tutto sommato divertito, si avviò camminando all’indietro verso il bidone della spazzatura adiacente alla reception del motel e proponendo alle ragazze se andava loro di condividere un 6 pack di birre che aveva messo nel malfunzionante frigo della sua camera. Le ragazze non risposero ma fecero semplicemente spallucce, Tony si girò di 180 gradi e continuò la sua camminata verso la reception non senza un po’ di disappunto sul viso, in sottofondo le ragazze bisbigliavano tra loro.
Una volta assolto il compito che gli era stato assegnato, attraversò il parcheggio in direzione delle ragazze e della sua stanza. Non avendo ricevuto alcuna risposta alla sua proposta di bevuta fece per dirigersi verso la sua stanza. Trovate le chiavi, mentre apriva la porta, una voce femminile lo raggiunse: “Ehi, ti aspettiamo con le birre!” disse Megan appoggiata sul cofano del pickup mentre Erika, seduta sul sedile del guidatore, giocava con lo stereo alla ricerca di un po’ di groove. Tony non si girò nemmeno per rispondere, entrò nella sua stanza e si fiondò al frigobar, prese la birra e uscì dalla stanza con sorriso sornione e il 6 pack in bella mostra.
“Beh, ma quindi che ci fate qui?” chiese Tony alle ragazze dopo il brindisi di rito.
“Siamo partite da Oklahoma City qualche giorno fa per qualche giorno di vacanza e vorremmo arrivare fino a Los Angeles, tu? ” rispose Megan dopo aver bevuto un sorso di birra.
“Sto andando ai campionati mondiali di poker a Las Vegas e vengo da Albuquerque” disse Tony.
“Wow, un professionista del poker tra noi!” escalmò Erika ridendo.
“A dire la verità non sono proprio un professionista, però lo faccio a tempo pieno da quando mi hanno licenziato quelche mese fa”
Non aveva molta voglia di parlare degli ultimi mesi della sua vita, del licenziamento dal suo posto di lavoro dopo 15 anni di servizio, soprattutto perchè sostituito da un algoritmo che, a detta della sua ex azienda, sarebbe stato in grado di intercettare tutti i bisogni del cliente.
Decise quindi di andare giù secco con un: “Che programmi avete per la serata?”
“Beh, qui ad Ash Fork Arizona non è che ci sia molto da fare mi sa… però ci stavamo muovendo per andare a vedere il tramonto da una collina nel deserto” disse Megan. “Ti unisci a noi?” aggiunse Erika. Senza pensarci due volte Tony decise di andare all in e accettò l’invito aggiungendo: “ma sapete già dove andare?”
“Ovviamente no!” rispose Erika con la sua coinvolgente risata.
Essendo ormai tardo pomeriggio partirono subito, giusto il tempo di prendere un giubbino, perchè nel deserto fa freddo la sera. Si fermarono in un 7eleven a comprare qualche altra confezione di birra da 6 e si dissereo sulla Highway 40 in direzione Las Vegas in attesa di scorgere una montagna ispiratrice all’orizzonte e la giusta deviazione da imboccare. Dopo circa una decina di chilometri videro sulla destra una svolta per la storica Route 66 che non si fecero scappare, il sole si stava arrossendo già e la strada era proprio come nei film, una lingua d’asfalto in mezzo al nulla con distese infinite di niente color paglia sia a destra che a sinistra interrotte qua e là da qualche saguaro, il famoso cactus dell’Arizona.
Tony era seduto sul sedile del passeggero affianco ad Erika, mentre Megan aveva deciso di affrontare la gita sdraita sul cassone del pickup per godere appieno dell’aria e del panorama . Dopo qualche decina di minuti Tony vide una strada sterrata sulla sinistra che andava in direzione di una piccola collina distante qualche chilometro da dove si trovavano, la indicò ad Erika che decise di imboccarla.
Il sole cominciava a calare diventando ormai arancione, avvolgendo il panorama circostante, mentre l’autoradio trasmetteva musica funky.
Fermarono la macchina su uno spiazzo in cima alla collina, mentre il sole si allineava con la vecchia route 66 sotto di loro.
Si sdraiarono tutti e 3 nel cassone del pick up, la schiena appoggiata al retro dell’abitacolo, e si aprirono una birra ciascuno… una delle ragazze prese il cellulare ed un altoparlante portatile nel quale misero in loop la canzone Say Something di Justin Timberlake. Le ragazze si appoggiarono con la testa sulle spalle di Tony seduto in mezzo a loro con un braccio ciascuna sul suo petto fino a sfiorarsi le mani…
Il cielo era di un blu intenso macchiato dalla palla di fuoco che dall’arancione virava verso toni del rosso, colorando il deserto e le poche nuvole sparse a macchia di leopardo, mentre si abbassava verso la lingua di asfalto.
Nessuno dei tre sapeva cosa sarebbe successo loro l’indomani, ma erano consapevoli che quello era un momento che valeva la pena di essere vissuto.