Terra verde – Prologo
Ecco il prologo del romanzo Terra verde di Gian Luca Trovò!
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Prologo
PROLOGO
Contea di Lade, Trondelag, Norvegia nord-occidentale
Anno 978 d.C.
Si svegliò di soprassalto in preda agli incubi. Il brusco risveglio avrebbe dovuto riportare tutto alla normalità. Quanto udì e vide, però, dimostrava che il sogno era quanto mai reale.
Quattro intrusi minacciavano con le spade sguainate i suoi genitori. In particolare, quello con i capelli rosso sangue, che sembrava essere il capo, tratteneva con forza la madre che urlava e si dibatteva per liberarsi dalla presa. Nel frattempo, gli altri intrusi tenevano impegnato il padre in un impari confronto con le spade. L’incubo sembrava ora assai meno pauroso della realtà.
Il capo degli sgherri, ancora impegnato nella presa della donna, notò qualche movimento tra il pagliericcio.
– Ehi c’è ancora qualcuno che vuole partecipare alla festa?
Alla battuta fece seguire una sonora risata. Poi proseguì – Uno di voi vada a controllare, possiamo divertirci ancora un po’!
Sebbene impegnati a difendersi, i genitori rabbrividirono alle ultime parole degli assalitori. La madre si mise ad urlare – Arni, presto, scappa più lontano che puoi prima che sia troppo tardi!
Anche il padre riuscì a parlare – Corri lontano da qui, forza!
Ciò detto si buttò addosso al vichingo incaricato di scoprire la terza persona della casa e gli sbarrò il passo. Anche la madre approfittò del momento di distrazione del rosso e si divincolò.
Il piccolo Arni era sconvolto dalla scena che gli si presentava. Era indeciso sul da farsi. Restare per cercare di aiutare in qualche modo i suoi genitori o seguire il consiglio di fuggire? Si era sempre fidato di loro ma aveva paura. La madre lo raggiunse e fece da scudo per proteggerlo e consentirgli la fuga. Arni iniziò a piangere mentre la madre, anche lei con le lacrime agli occhi, vinceva l’istinto di trattenerlo e lo esortava ancora a scappare.
Visto che il momento di distrazione degli aggressori stava scemando e di lì a poco avrebbero nuovamente avuto la meglio sui genitori, Arni si decise a fuggire. Imboccò l’uscita e iniziò a correre a più non posso.
All’interno della casa, il capo riacciuffò la madre mentre il padre venne nuovamente sopraffatto dai suoi scagnozzi.
-Questa me la pagherete cara – il rosso si rivolse rabbiosamente alle vittime. Poi ordinò ad un suo compare – Trova il moccioso e riportalo qui immediatamente!
Arni correva già da un pezzo senza una meta precisa. Raggiunta un’altura nei pressi del piccolo villaggio in cui abitava, si fermò per riprendere fiato. Mentre lentamente il respiro si normalizzava, si guardò alle spalle. Non poteva sbagliarsi, le fiamme si levavano alte nel cielo che andava rischiarandosi annunciando il sorgere del sole. Le lacrime tornarono a invadergli gli occhi. Dopo un ultimo sguardo alla casa che presto sarebbe stata solo cenere, riprese la corsa affannosa.
***
Il territorio norvegese era stato unificato dal re Harald Bellachioma meno di un secolo prima. Il sogno di un regno forte e stabile era però ancora lontano da essere raggiunto. In quell’anno 978 la Norvegia era ancora un regno instabile e frammentato, suddiviso in tante contee governate da aristocratici, detti jarl.
La Contea di Lade si trovava nella regione del Trondelag, lungo la costa nord-occidentale della Norvegia. Gli abitanti si dedicavano ai commerci, soprattutto di pelli e pellicce, e all’agricoltura. Volevano solo trascorrere una vita tranquilla.
Non potevano, tuttavia, sottrarsi alle faide e alle lotte per il potere che insanguinavano il regno fin dalla morte del primo re, Harald Bellachioma. Tra i figli si era subito scatenata una vera e propria guerra per la successione al trono. Uno di essi, Eirik, aveva ferocemente ucciso quasi tutti i suoi fratelli guadagnandosi il soprannome di Ascia Insanguinata.
Eirik Ascia Insanguinata ereditò il trono ma presto dovette vedersela con il fratellastro più giovane, Hakon, cresciuto presso la corte del re d’Inghilterra Atelstano. Questi, rientrato in patria, nel 935 sconfisse Eirik e divenne re. Nella sua azione fu appoggiato dal sovrano inglese ma anche dai proprietari terrieri e nobili norvegesi, in particolare lo jarl di Lade. Le sue qualità di regnante furono molto apprezzate tanto da meritarsi l’appellativo “il Buono”.
Nell’anno 961, il re Hakon il Buono rimase ucciso nel corso della battaglia di Fitjar contro i figli di Eirik Ascia Insanguinata. Uno di questi, Harald Pellegrigia, salì al trono. L’anno seguente il nuovo re fece uccidere anche lo jarl di Lade, Sigurd Hakonsson, che aveva sempre appoggiato il precedente sovrano.
Re Harald Pellegrigia però morì pochi anni dopo quando sulla scena norvegese irruppe il re di Danimarca, Harald Denteblu. A questo punto – era l’anno 975 – a reggere il regno di Norvegia fu delegato proprio lo jarl di Lade, Hakon figlio di Sigurd.
Nel 978 il regno era ancora lontano dall’essere pacificato. I seguaci di Eirik Ascia Insanguinata e dei suoi figli continuavano a flagellare le coste del Trondelag con le loro feroci scorribande. Una ferocia tipica dei guerrieri vichinghi, originari delle selvagge terre del sud-ovest norvegese.
L’obiettivo di una di queste scorribande era proprio Ulfrik, il padre del piccolo Arni. La sua fedeltà alla causa dello jarl – e reggente del regno – Hakon Sigurdsson non era un mistero. Era da sempre molto amato dal popolo e in quell’anno 978 il consenso nei suoi confronti stava crescendo in modo eccessivamente pericoloso. Ciò ne faceva automaticamente un nemico dei seguaci di Harald Pellegrigia, i quali vedevano in lui un ostacolo troppo grosso e scomodo al loro obiettivo di tornare al potere. Insomma, era giunto il momento per farlo uscire di scena.