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Era solo un po’ più vecchio – L’appartamento

Ecco il primo capitolo del romanzo Era solo un po’ più vecchio di Francesco Patrucco e Massimo Bagna!

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Capitolo 1. L’appartamento

Il Casalese, 3 luglio 2021. “Affittasi appartamento ai piani alti, ampia metratura, ristrutturato a nuovo, vicino al centro di Casale Monferrato. Possibilità di condividere gli spazi con altro coinquilino, canone interessante”. È così che il destino di Marco Cinasi – ricercatore in sociologia con specializzazione sulla devianza e insegnante di scienze umane presso un liceo casalese – e Matteo Bormida – ricercatore in diritto penale e insegnante di scienze giuridico-economiche presso un istituto tecnico della stessa città – li condusse a esaudire un loro desiderio: scrivere un romanzo. Forse potrebbe essere un’altra di quelle storie da cinema di seconda serata nel palinsesto di un’emittente locale, nel migliore dei casi, quelle che intervallano le seconde visioni con qualche pubblicità a luci rosse, peraltro decisamente più interessanti delle seconde visioni. Poca trama, certamente, ma assai più coinvolgente, almeno nel risvegliare i sensi ormai caduti in un apatico dormiveglia, complice il basso volume della tv per via dell’ora tarda e la stanchezza della giornata che sta volgendo al termine.

Indubbiamente è una di quelle storie, quelle da seconda serata s’intende, ma c’è una peculiarità: non c’è nulla di inventato. Si tratta di una storia realmente occorsa ai due, che mai si sarebbero aspettati di vivere una simile avventura. Per questo si è deciso di scriverla, cavalcando l’onda degli articoli di giornale e delle emittenti locali con relativi notiziari di seconda serata e spot che spaziano tra il soft core e il grottesco, giusto per stemperare la tensione.

Torniamo all’annuncio: l’appartamento si trovava vicino a Piazza Baronino, ai limiti delle mura di cinta della città vecchia, in uno dei quartieri più antichi di Casale. Uno dei più oscuri forse. La casa si componeva di una cucina abitabile, un ampio soggiorno con doppia apertura su una lunga balconata fiorita, due camere da letto, due bagni indipendenti. Appena lesse l’annuncio con planimetria allegata, Marco chiamò immediatamente Matteo e decisero di andare a vederla. Giunsero puntuali, eventualità rara per Matteo: ad attenderli la madre della proprietaria, una signora anziana dall’aria un po’ assente, per non dire rincoglionita, accompagnata da una giovane nipote, di tutt’altro aspetto, cui all’apparenza Madre Natura sembrava aver elargito i suoi doni con evidente prodigalità. Viso algido, occhi chiari, capelli biondo chiari, voce suadente, tutto il resto si poteva definire molto ben modulato secondo un ordine ritmico di notevole suggestione estetica, esaltato da un top che non lasciava spazio alcuno alla fantasia e da un paio di shorts da far svenire. In fondo era luglio, ci stava. Sì, ci stava, ma non con loro.

Marco credeva ancora di avere un fascino da latin lover, ma non era così. Sovente Matteo lo prendeva in giro dicendogli:
– Non devi aver paura, ma coscienza che ormai sei una carcassa che cammina!
– Non posso dirti cosa pensi di te… tanto già lo sai! Belle però le tue polo pastello, ti sta bene il lilla…  sembri una scatola di tisane alla malva, pianta dalle doti lenitive ed emollienti, utili per chi, come te, inizia a sentire bruciare mentre tenta invano di centrare il buco per non bagnare la tavoletta…
-Come sosteneva un celebre autore di romanzi noir, tal Pinketts[i], “il sesso si fa con la testa, ma la minzione è un fatto di cuore”.

Non è necessario riportare tutte le battute che si fecero quel giorno, è ormai ben chiara la relazione che esisteva tra quei due, due completamente agli antipodi, due che riuscivano a restare amici, nonostante tutto, nonostante il tempo.

Matteo era alto e smilzo, tipico insegnante di diritto, sempre morigerato: non beveva, non fumava, forse non … va beh, lasciamo perdere… sempre sul pezzo, con le sue polo griffate, a ricordare un po’ le note di Baglioni. Marco era meno alto, decisamente più vissuto, dal fascino eclatante, un luccichio negli occhi, insomma qualcosa di misterioso e di grande charme. [Uno dei protagonisti ha imposto l’obbligo che si scrivesse ciò di lui, come se non si trattasse palesemente di una “vendita aliud pro alio”]. Insomma Marco era quella che si poteva definire comunemente una sublime testa di cazzo [questo è tutto vero]. Diceva di possedere il gene del guerriero e per questo si spingeva a compiere azioni a dir poco discutibili.

Ma torniamo agli shorts. Marco si avvicinò alla pulzella poco più che venticinquenne:
– Che fai di bello nella vita Bambina?
Sembrava un incipit perfetto: clima, tensione, atmosfera d’altri tempi, richiesta di uscire sospesa nell’aria, tanto la vecchia non avrebbe capito.
– Si riferisce attualmente?
– Si certo, con me non esiste passato, ma solo un presente meraviglioso!
– Allora, ho appena finito di dare l’esame con il professor Bormida e sto preparando un esame di sociologia del diritto… Vi mostro casa?
I due amici si apprestavano a seguire la scia prodotta dai movimenti sinuosi e al tempo stesso decisi con cui la giovane donna scandiva ogni passo, lasciando quasi un senso di vuoto dietro di sé.

Entrarono nell’appartamento. Tutto sapeva di nuovo, l’arredamento sembrava ben curato e i mobili profumavano di fabbrica, c’erano molte finestre vista tetti altrui, quindi panorama costruttivo per una serena permanenza in quel luogo ammantato di pace – forse apparente – e di mistero. Marco pensò alla quantità di guano che avrebbe dovuto raschiare dai davanzali per via della visibile presenza di piccioni, che parevano provare un piacere perverso nel far la spola tra un abbaino e l’altro, tra un balcone e un’antenna, mentre tubavano indisturbati, noncuranti dell’altrui opinione circa la loro conviviale presenza, ma Matteo lo rassicurò dicendogli che vi avrebbe provveduto lui. Non si è ancora detto: mentre Marco sarebbe vissuto anche in una topaia o nello scantinato dei peggiori bar di Caracas, Matteo era quello ipoallergenico, quasi asettico. Una garanzia: Marco lo vedeva bene con un grembiule da cucina e uno sgrassatore in mano, per questo spesso lo canzonava, dicendogli che lo avrebbe immaginato molto bene anche in una sala operatoria oltre che dietro una cattedra. Le donne li condussero nelle due stanze, ben lontane una dall’altra e ben arieggiate, salvo la calura quasi polverosa che aleggiava in quella città. Matteo lo guardò e gli disse:
– Sono ben distanti, così quando guarderai i tuoi film porno in camera, non mi disturberai mentre ascolto Bach e leggo Schopenhauer… Ah già, tu non guardi più quel genere di film, prime disfunzioni ai piani bassi, vero?
– Sei simpatico quanto una ragade.
Camille terminò il giro e sentenziò:
– 415 euro al mese, spese comprese a parte l’energia elettrica e il gas.
– Va bene!
-Firmate allora queste carte che vi ho già predisposto…
Ma prima che firmassero le carte e versassero le prime tre mensilità, Camille disse loro:
– Ah, stavo quasi per dimenticarmene, da domani cominceranno dei lavori di ristrutturazione. Abbiamo usufruito delle detrazioni fiscali per rifare i tetti, il cappotto termico, insomma per rivalorizzare lo stabile. Quando si passerà a lavorare all’ascensore, vi sarà comunicato, quindi per qualche tempo non potrete utilizzarlo… in fondo sono solo quattro piani e voi sembrate atletici, siete ancora disposti ad accettare? – concluse con un sorrisetto malizioso.
– D’accordo… – sentenziò laconico Matteo.

I due firmarono senza pensarci su troppo, si trattava in fondo di un contratto annuale con possibilità di estensione e quindi, se si fossero trovati male, avrebbero cambiato velocemente abitazione. Ovviamente fu un anno lunghissimo, perché ancora non sapevano cosa sarebbe successo loro.

Usciti dallo stabile, si salutarono e Camille disse loro:
– Potete trasferirvi da lunedì prossimo, il tempo di dichiarare la vostra presenza all’Ufficio delle Entrate e registrare il contratto. Queste sono le chiavi. Andiamo nonna?

Si lasciarono così, con Marco che pensava alla fiaba di Cappuccetto rosso con la seria intenzione di fare la parte del lupo, Matteo che pensava ad andare ad acquistare i primi detersivi, “Chissà, nonostante paia tutto nuovo potrebbe esservi stato già qualcuno prima di noi…” ed entrambi con un mix di gioia e di suspence.


[i] Pinketts, Andrea, Lazzaro, vieni fuori, Milano, Associazione Culturale Andrea G. Pinketts, 2020.