«Il mondo appartiene alla Natura» F. Cartolano
Le cinque domande del 31° Salone Internazionale del Libro di Torino continuano ad alimentare il dibattito sul nostro presente e sul tempo che ci attende, un dibattito a cui si stanno prestando anche i nostri autori.
Oggi, nella Giornata mondiale della Terra, vi proponiamo le riflessioni di Federico Cartolano, sensibile alle tematiche ambientaliste e autore della raccolta Impresso nella carne. Tra incubo e provincia: nove racconti del terrore ambientati nella grigia provincia alessandrina, tra scenari apocalittici dovuti alla siccità e incubi fin troppo reali.
Eccovi le risposte di Federico alle cinque domande del Salone e la foto sulla sua idea di futuro (con Federica) che ci ha regalato.
1. Chi voglio essere?
Credo che per rispondere in maniera adeguata si debba prima di tutto analizzare cosa significhi “essere”; definiamo semplicemente l’esistere nella realtà come oggettivo riscontro della nostra presenza fisica nell’universo, oppure cerchiamo di delineare quel qualcosa che ci permette di astrarci per chiederci quale sia il significato dell’esistenza? Essere è per me il chiedersi cosa significhi l’Essere: nella domanda, nella speculazione metafisica della nostra provenienza, della nostra esistenza e del nostro significato si racchiude anche la risposta: l’anelito a comprendere e a esplorare la complessità della nostra natura, della Natura stessa, questa è la chiave dell’Essere stesso. L’annosa diatriba che vede contrapposte le fazioni del pensiero=materia o materia=pensiero sono solo due facce della stessa medaglia, rotte approdanti si a conclusioni differenti ma che prendono il largo dallo stesso porto, cioè la nostra autodeterminazione di esseri che sanno trascendersi e sanno interrogarsi. Essere è un punto di domanda conficcato nella testa.
2. Perché mi serve un nemico?
In tempi non sospetti non serviva un nemico, lo stato di barbarie in cui l’umanità ha sempre versato, con una sorta di conflitto inestinguibile, ha fatto sì che non ci si ponessero quesiti del genere: il nemico era l’invasore, il fedele di una religione diversa, il popolo che si frapponeva alle mire espansionistiche di un re. Oggi la questione è diversa… viviamo in un’epoca in cui potremmo prescindere dal conflitto, grazie al benessere che si sta diffondendo, seppure lentamente, alla totalità del globo. Eppure, interessi economici, politici, diplomatici spingono perché un nemico si trovi. Non credo, come sostengono alcuni teorici della violenza, che il conflitto sia insito nella natura umana: credo invece che, ora che siamo pronti per evolvere verso una nuova consapevolezza, ci siano forze nemmeno troppo oscure che a questa idea di comunione e uguaglianza vogliono contrappore l’etica del noi e loro, come se non discendessimo tutti dalla stessa progenie scimmiesca.
3. A chi appartiene il mondo?
Il mondo appartiene alla Natura e la Natura se lo riprenderà. Quando il nostro tempo come razza dominante sarà agli sgoccioli, si faranno avanti altre forme di vita a prendere il nostro posto e si ripartirà con un nuovo ciclo.
4. Dove mi portano spiritualità e scienza?
Credo che la scienza porterà l’uomo, se correttamente condotta lungo i binari del buonsenso, all’evoluzione e al superamento di alcune barriere ideologiche e materiali che si frappongono tra esso e il traguardo di una nuova consapevolezza. La scienza ha una grande responsabilità, in quanto il potere distruttivo che può scaturire da una sempre più grande conoscenza deve essere gestito in maniera cosciente e consapevole dei rischi. Credo invece che la spiritualità possa dare all’uomo ben poco, ormai, nei termini di fede o religione. Se invece parliamo di spirito inteso come comunicazione interiore con il sé, penso che un ritorno (o riscoperta) a una comunione con la Natura possa aiutare noi tutti a ritrovare un poco il contatto con le nostre origini e la nostra capacità empatica, alla quale ci siamo chiusi e resi sordi.
5. Che cosa voglio dall’arte: libertà o rivoluzione?
L’arte deve essere fatta per l’arte. Non deve avere obiettivi, deve comunicare quello che crede nel modo che crede… se poi ne consegue un qualcosa, bene, altrimenti è comunque un successo di pura creazione. L’uomo è creatore di mondi, nel senso che se esplora se stesso al suo interno troverà un mare di sensazioni e realtà: se ha la sensibilità di esprimerle in qualche modo, avrà già raggiunto lo scopo, inconsapevolmente o consapevolmente che sia.
Appuntamento al Salone dal 10 al 14 maggio al nostro stand con Federico Cartolano e il suo Impresso nella carne. Qui trovate il programma completo della manifestazione.